Un’Alba di Fuoco sul Monte Sinai

E’ come se la cupola nera sopra di me fosse piena di piccoli forellini da cui traspare una luce bianca, luminosissima, più in là uno squarcio tondo molto più grande degli altri… A regalarmi quest’immagine sono cielo e luna in una notte nel deserto. Sotto la grande cupola mi sento più piccola la natura sembra sovrastare la mia persona e anche i miei pensieri…

Non stupisce che nel deserto siano nate tutte le più grandi religioni. In quest’immensità di sabbia e roccia l’uomo si sente più vulnerabile e il bisogno di Dio diventa tangibile come se la terra e il cielo non fossero altro che il suo alito di vita. Mi trovo nel deserto del Sinai, e proprio a fianco del Monastero di Santa Caterina, sto per iniziare la salita verso la cima del Monte Sinai: un luogo considerato sacro da cristiani, ebrei e musulmani. Ascendere sulla vetta è considerata un’esperienza di massima elevazione spirituale. Secondo il vecchio testamento, Mosé vi ricevette i Dieci Comandamenti. Sulla sommità del monte si trova la Cappella della Santa Trinità costruita nel 1934 nello stesso luogo dove sorgeva una cappella più antica risalente al 363 d.C.

L’orologio segna le due del mattino, una processione di gente, illuminata solo dalla luce delle torce, s’inerpica sul sentiero che fende la montagna: alle mie spalle e davanti a me vedo un fiume di luce, un serpente luminoso nel buio. La montagna scura a tratti appare minacciosa laddove l’oscurità cela ostacoli e strapiombi improvvisi. Percepisco uno strano calore sul collo… è il respiro di un cammello che chiede “strada” per adempiere al suo dovere trasportando i turisti che, abbandonati dalle forze, non ce la fanno a proseguire a piedi. Lungo il percorso ci sono bancarelle improvvisate per bere una tazza di te e approfittare di piccoli spazi per sedersi e prendere fiato. Mi sento ormai stremata e infreddolita dall’aria pungente delle primissime ore del nuovo giorno.

Ecco ancora pochi passi e ci siamo. Il tempo per ritagliarmi un piccolo angolo dove sedermi e riposare, Il freddo mi gela il sudore sulla pelle, fortunatamente vengono date delle coperte pesanti, assolutamente necessarie ora che  – fermi – attendiamo l’alba. Il quadrato di roccia su cui sono seduta potrebbe essere sospeso nel nulla; nel buio è impossibile distinguere qualsiasi forma. Poi il nero del cielo inizia e screziarsi: su uno sfondo di lamiera si stagliano ora i profili nerissimi delle montagne. Il sipario della natura si spalanca verso un orizzonte di colori cangianti. Non so se per la stanchezza o l’emozione ma non riesco più a trattenere le lacrime che scrosciano appannando la vista ora che la palla solare tinge di rosso fuoco le montagne: un mare rosso, arancione, viola tutt’intorno a me e la catena montuosa svela sensualità insospettabili profili morbidi e onde di pietra: qui Dio c’è. Sono certa che la sacralità di questo luogo e di questi attimi resteranno incisi nella mia anima per sempre.

MONTAGNE sacre –  MONTE FUJI, MONTE SINAI, MACHU PICHU, MONTE ALBAN, TAI SHAN, KAILAS

Photo credit: guillenperez / Foter.com / CC BY-ND

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