Il nostro mantra oggi è #iorestoacasa. Lo sentiamo in tv, sul web, sui social, viene recitato dalle più alte cariche dello stato, dagli sportivi, dai calciatori e dai grandi della musica e dello spettacolo internazionale. Così quello che fino a qualche tempo fa era solo un consiglio e un’esigenza personale – quella di fermarsi, rallentare dedicarsi del tempo – oggi è diventato un dovere per la collettività e il bene comune.
RIBALTAMENTO DI PROSPETTIVA
Oggi non vale più il detto “chi si ferma è perduto” ma al contrario vige il dictat se ti fermi puoi salvare la tua vita e quella di altri! Ecco che in questo ribaltamento di prospettiva la tv non entra più nella casa degli spettatori ma sono le nostre case e quelle dei protagonisti del nostro mondo culturale ad entrare dentro le nostre televisioni. Tutto il mondo rinchiuso e la natura che scorrazza per strada e fa splendere la primavera quasi beffarda e non curante della nostra reclusione. Nel giro di pochi giorni la scuola è entrata nei computer e con lei tutta la nostra vita sociale e lavorativa. I ritmi sono cambiati e la casa è diventa l’unico palcoscenico possibile della nostra vita.
VITA VIRTUALE
Cosi se già prima lamentavamo una presenza troppo massiccia di schermi e mondi virtuali, oggi, a rincarare la dose di “vita virtuale” non ci restano che questi mezzi per mantenere rapporti con il mondo là fuori. Così più che mai oggi gli occhi sono i nostri organi maggiormente sottoposti a stimoli e informazioni di ogni genere, dalla tv a internet. In ambito turistico, internet è il luogo dove si crea la realtà virtuale di un viaggio, di un itinerario o l’accesso dentro a musei e visite virtuali persino dentro i quadri stessi.
In questo stordimento generale è l’incertezza a dettare le pagine di un’ansia che a volte ci sorprende dentro una quotidianità che non avremmo mai immaginato… “cosa succederà dopo?Torneremo a vivere la vita come la conosciamo?” Le emozioni fluttuano durante l’arco di giornate che nel loro ripetersi sembrano scandire ritmi sempre uguali sino ad annientare quasi il tempo.
IL GRANDE ASSENTE
Ma in questa nuova messa in scena della nostra vita c’è un grande assente … soprattutto per le tante persone che vivono da sole o dentro una quarantena che ha forzato la distanza: il contatto o meglio il senso del Tatto. Per fermare il virus abbiamo bene compreso in questi mesi che serve il “distanziamento sociale”, mascherine, guanti e un futuro fatto di distanze. Stiamo immaginando un’estate fatta di ristoranti con tavoli distanziati, con separatori di plexiglass perfino sulle spiagge fra sdraio e ombrelloni: una corsa fra teorie assurde e impraticabili per far fronte a necessità contingenti e tristemente reali. E nell’interrogarci su come potremo vivere le prossime vacanze e immaginare gli scenari più assurdi una certezza rimane tristemente chiara: ci vorrà molto tempo prima di poterci riabbracciare, toccare, stare vicini. Allora per capire bene di cosa ci stiamo privando nel profondo, occorre fare una riflessione su cosa sia e cosa rappresenti il senso del tatto.
IL SENSO DEL TATTO
Il senso del tatto è il primo a svilupparsi nel feto e a farci scoprire il mondo. Il bambino per conoscere un oggetto lo tocca e d’istinto cerca di portarselo alla bocca, ed è proprio questa l’area in cui i recettori del tatto si formano prima della nascita: infatti già all’ottava settimana il feto può sentire il contatto prima nell’area labiale e poi su mani e piedi. L’importanza di questo senso varia in relazione alle epoche e alle culture.E’ in Oriente che il tatto riveste una maggiore importanza e non a caso proprio qui nasce la cultura del massaggio. Il tatto è il senso di maggiore diffusione e complessità nell’uomo: infatti mentre gli altri sensi hanno sede in un solo organo, il tatto è diffuso su tutta la superficie epidermica. E’ dimostrato che i bambini appena nati se vengono abbracciati e accarezzati dalla madre svilupperanno un rapporto più sereno con il mondo e anche con la propria sessualità. Addirittura per i parti prematuri, la tecnica delle “mamme canguro” che permette attraverso speciali fasce di fare stare pelle a pelle la mamma e neonato, spesso può evitare anche l’uso dell’incubatrice, con la prospettiva di una crescita migliore e minori difficoltà respiratorie. Perfino i cuccioli di scimmia se non sono coccolati dalla mamma hanno difficoltà ad inserirsi nel branco e a riprodursi. Presso l’Università di Miami, esiste un centro, il Touch Research Institute interamente dedicato alla ricerca sugli effetti del tatto e del massaggio. A seguito di studi approfonditi si è visto che l’epidermide, ricca di terminazioni sensibili in stretto contatto col sistema nervoso centrale, se stimolata con il massaggio, può produrre beta-endorfine e altri oppioidi endogeni che combattono lo stress e conducono al rilassamento. Ecco perché durante un massaggio il battito cardiaco rallenta e aumenta la produzione di onde celebrali delta, le principali responsabili per raggiungere uno stato profondo di rilassamento. Non è ancora stato scientificamente provato ma chiunque può averne fatto esperienza, quando si vuole bene o si ama il sistema immunitario risulta rinforzato. Se non si può stabilire una relazione diretta fra amore, serenità e salute, si può però dimostrare scientificamente che ansia, stress, e depressione agiscono negativamente sull’organismo: il responsabile è un ormone, il cortisolo. Quando si è preoccupati, nervosi, ansiosi l’organismo tende a produrre una quantità maggiore di cortisolo: questo ormone abbassa le difese immunitarie. Quindi chi non è in pace con se stesso, ed è stressato risulta essere più soggetto ad ammalarsi.
CIBO E AFFETTIVITA‘
Senza scomodare sociologi, psicologi e studiosi del comportamento umano esiste un legame profondo fra cibo e affettività e mai come in questi giorni ce ne stiamo rendendo empiricamente conto. Sui social e in tv, tutti ma proprio tutti sono diventati chef e cuochi provetti. Lievito e farina sono stati fra i primi prodotti a sparire dagli scaffali dei supermercati. La gente si è rifugiata nel contatto col cibo per superare le proprie ansie e cercare di supplire al desiderio di contatto e alla necessità di affetto. Infatti sin dai primi mesi di vita, dall’allattamento del neonato, il cibo diventa sinonimo di amore e contatto “fisico” legato alla sopravvivenza di ogni “cucciolo”. Così nella cultura umana il cibo prende il posto delle carezze e degli abbracci e il contatto fisico trova nell’alimentazione uno spazio sostitutivo e consolatorio, lecito e incentivato culturalmente.
I modelli turistici su cui la nostra società aveva puntato prima di questa pandemia, non a caso erano Enogastronomia e Vacanza benessere, a testimoniare un bisogno profondo di contatto e riappropriazione della sfera emozionale legata alle sensazioni. Domani quando ci dovremo confrontare con una vita che dovrà venire a patti con una quotidianità fatta di separazione, di distanza come risponderemo a tutto ciò?
LA VACANZA DI DOMANI
Di certo possiamo dire che dovremo cercare di far fronte all’inquinamento mentale d’immagini e informazioni di questo periodo e avremo bisogno di contatto e di riscoprire “la materia” per dare un contenuto “più reale” a tutto ciò che ci circonda. La nostra vita, sempre più improntata verso realtà virtuali, ha bisogno di materia per ritrovare un equilibrio in grado di trasmettere benessere e pace interiore. E’ dimostrato che alcuni fenomeni di stress vengono favoriti proprio da questa sorta di “sconnessione” di sradicamento dalla materia.
E’ facile immaginare quindi che ci sarà ancora di più di prima un grande bisogno di templi dedicati ai sensi ovvero di quello che rappresentano le spa. La sfida sarà in come consentire che la vacanza in una Spa possa essere sicura, rispettare le norme igieniche fondamentali richieste dai nuovi protocolli e soprattutto adeguata a fornire un benessere autentico.
IL VALORE DELLA VACANZA BENESSERE
In questo prossimo scenario la vacanza benessere viene ad assumere dei valori psicologici e sociali che mai aveva rivestito prima. Nella vacanza benessere s’impara a lasciare che il corpo guidi la mente. Che il contatto con mani esperte che ci massaggiano ci trasmettano sensazioni al cervello di pace e rilassamento profondo. Il caldo, il freddo, i profumi, le essenze, la fisicità con il contatto umano ci riportano dentro noi stessi, lasciandoci superare la paura dell’ignoto e l’ansia del virtuale riconciliandoci con la nostra natura e tutto ciò che ci circonda.
“La vacanza benessere ci “rieduca” alla sensazione e supera il concetto primario di cura per diventare un momento educativo dove apprendere un corretto stile di vita e nuovi ritmi più sani per il nostro benessere. Tatto, contatto, massaggio, essenze, suoni: le nostre sensazioni aprono canali di comunicazione con noi stessi, ci forniscono la chiave per aprire i nostri spazi interiori. Lasciarsi andare nelle mani esperte di un terapeuta è un modo per imparare a far fluire libere le emozioni anche nella vita. La vacanza “benessere”, è un’esigenza che appartiene ad una società evoluta e stressata, un bisogno prima che una moda, per far fronte alla costante accelerazione dei tempi di lavoro e alla richiesta di un imprescindibile adeguamento della produttività personale per garantirsi l’inserimento in un mercato sempre più esigente.” C.G.
Nei prossimi articoli ci interrogheremo sui possibili scenari del turismo e in particolar modo della vacanza benessere e sul futuro delle spa, della loro importante funzione psicologica e sociologica. Stay tuned.