Vista da Villa della Pergola

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust

Ed è proprio questo concetto che ho potuto sperimentare in un recente viaggio stampa. Una meta conosciuta e frequentata come Alassio è riuscita a rivelarmi aspetti inconsueti  ed estremamente affascinanti.

Festival della Cultura di Alassio

L’occasione è stata fornita dal Festival della Cultura un appuntamento giunto alla sua terza edizione. Nato come contenitore culturale a tutto tondo, “Quest’anno il Festival sarà ancora una edizione di resilienza – afferma il suo primo cittadino Marco Melgrati – tanto digital e social network, ognuno dedicato a una fascia di età, ma anche tanti incontri radiofonici, un canale podcast dedicato alle interviste e ai reading degli scrittori finalisti, come sempre protagonisti assoluti del Premio Letterario per tutti i mesi estivi fino alla serata finale del 4 settembre che celebrerà il vincitore. Il Festival di Alassio rappresenta quella che vorremmo diventasse la nuova identità di questa località non solo più balneare ma ricca di contenuti da viversi tutto l’anno.” Sindaco di Alassio. Il 4 settembre sarà celebrata la finale presentata da Neri Marcorè.

Il Viaggio Stampa

Insieme ad un gruppo affiatato di influencer e giornaliste sono stata accompagnata verso una Alassio inconsueta fatta di “giardini monumentali”, borghi medievali, mare, sole e buona cucina.

Un viaggio nella Liguria segreta fra i colori e i profumi di questo lembo di terra stretto fra mare e monti.

La sorpresa più grande è stata varcare la soglia di Villa della Pergola un polmone verde affacciato sul golfo di  Alassio. La prova tangibile di un passato che ha visto questo tratto della Liguria protagonista di una trasformazione epocale nella storia del turismo: la nascita delle vacanze “balneari” o meglio “elioterapiche”. Di fatto in questo tratto di riviera di ponente ligure  è nata la prima forma di villeggiatura. Quella che portava le popolazioni del nord Europa, prevalentemente inglesi, a scendere verso il sud alla conquista di un clima più mite, del mare e del sole. Un vacanza alla ricerca di stili vita più sani per “curarsi” grazie ad agenti naturali come il mare, l’aria il sole: insomma una vacanza benessere ante litteram.

Fotografia depoca tratta da un illustrazione del libro di Tommaso Schivo “Alassio in Vetrina” Nuovo Album fotografico e storico edito da Associazione Vecchia Alassio 2004

Un po’ di storia

Attorno al 1820, la diffusione della moda inglese dei bagni, anche se timida e contrastata, era evidente. Anche sulle coste europee sorgevano i primi stabilimenti balneari, ma era il modello inglese a fare scuola. Le prime vacanze di mare, nel nord Europa, prevedevano delle curiose immersioni nell’acqua. Lungo le spiagge più rinomate comparvero le macchine per fare il bagno (rimasero in voga fino a tutto il 1800). Consentivano a chi le occupava di scendere in acqua, riparato dagli sguardi degli altri all’interno di una struttura di legno, che un cavallo provvedeva a trainare in mare.
L’imperatrice Sissi, alias Elisabetta d’Asburgo (24 – 2 – 1837 / 10 –9 – 1898), grande viaggiatrice, contribuisce a rendere famose nuove mete come Corfù, Madera, Cap Martin.

Foto d’epoca tratta dal libro di Tommaso Schivo “Alassio in Vetrina” Nuovo Album Fotograficoe storico edito da Associazione Vecchia Alassio 2004

Su una guida turistica del 1903 si legge : “abbiamo bisogno di cambiare, non possiamo vivere di monotonia o di routine sistematica. Ognuno dei cinque sensi ha bisogno di una dieta nuova e di un cambiamento di regime. Questo non è possibile nell’atmosfera o nell’orizzonte della propria città, anche se si smette completamente di lavorare o i svolgere altre attività. Bisogna cambiare tutto : l’aria, il contesto, l’ambiente, la stanza, il cibo, le persone che incontriamo, i suoni che sentiamo; per staccare dal resto e assicurarci i benefici desiderati. Queste cose le abbiamo imparate di recente, nell’etica della vacanza estiva, che viene studiata da attenti osservatori e scienziati….”

Manifesto dell’epoca tratto dal libro di Domenico Astengo e Antonio Carossino “L’Estate di Alassio” ed Città di Alassio

Nella riviera ligure e in quella francese agli inizi degli anni ’20, la stagione turistica era l’inverno, mentre in estate le coste si spopolavano… esattamente al contrario di ciò che succede oggi. I primi a “scoprire” le coste mediterranee furono gli inglesi e i turisti provenienti dal Nord che scendevano in Francia e Italia per svernare. Abbandonavano le loro città durante il periodo più freddo dell’anno in inverno, alla ricerca di temperature più miti e temperate. In genere le attività turistiche chiudevano ai primi di maggio e i gestori di spiagge e hotel si trasferivano sulle Alpi Italiane, dove lavoravano in un altro albergo lungo tutta la stagione estiva. “Nel 1931 gli albergatori della Costa Azzurra s’incontrarono e votarono per rimanere aperti d’estate, anche se molti erano ancora pessimisti” (Storia delle Vacanze op. cit.)
Per contro in montagna si usava ancora andare solo in estate e con fatica gli albergatori di Saint–Moritz riuscivano a convincere qualche sporadico cliente a tornare in inverno per praticare gli sport sulla neve. (tratto da “Prospettive di Viaggio nella Geografia dell’Invisibile” di Cinzia Galletto ed VisVitalis)

Manifesto dell’epoca tratto dal libro di Domenico Astengo e Antonio Carossino “L’Estate di Alassio” ed Città di Alassio

Inglesi ad Alassio

E così la cultura ad Alassio passa anche dalla storia del viaggio e dalle tante testimonianze che rimangono di quella “Bell’Epoque” e del suo fascino intramontabile. Legata alla presenza di una numerosa colonia britannica, fatta di nobiltà e alta borghesia, di quel periodo storico rimane traccia nelle fastose ville disposte sulla collina con viste strepitose verso il mare, due chiese anglicane, la English Library ricca di 15000 volumi, il Tennis Club e la “West Memorial Gallery” con una settantina di opere del pittore irlandese Richard W.West, che visse ad Alassio tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

La Villa della Pergola 

Una delle testimonianze più eclatanti di questi nobili trascorsi storici è La Villa della Pergola con i suoi giardini. Fu costruita a fine Ottocento e acquistata negli anni ’20 da Sir Daniel Hanbury. Un nome già conosciuto in riviera poichè il padre Sir. Thomas era stato il creatore dei famosi Giardini della Mortola al confine fra Italia e Francia. Thomas Hanbury, ottimo uomo d’affari e proprietario dei giardini della Mortola, aveva intuito con anticipo le potenzialità di Alassio come stazione climatica invernale, prevedendone la stessa fortuna di Mentone, Bordighera e San Remo e per questo alla sua morte, nel 1907, lasciò al figlio Daniel la direzione delle attività immobiliari intraprese ad Alassio.

Villa della Pergola da un illustrazione tratta dal libro di Alessandro Bartoli “Le colonie britanniche in Riviera tra Ottocento e Novecento”

Alassio come stazione climatica invernale d’élite

Diverse sono anche le testimonianze della colonia britannica, tra cui due chiese anglicane, la English Library ricca di 15000 volumi, il Tennis Club e la “West Memorial Gallery” con una settantina di opere del pittore irlandese Richard W.West, che visse ad Alassio tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Il Villino, progettato e costruito secondo i canoni ed il gusto anglo-indiano, ossia lo stile architettonico amato dagli inglesi che avevano vissuto per gran parte della loro vita in India come militari, funzionari civili o uomini d’affari, fu costruito su tre livelli e venne dotato di un ampio loggiato, esattamente come era abitudine fare, in quegli stessi anni, per le case inglesi costruite in India e Malesia per i funzionari dell’Impero Britannico.

In particolare gli Hanbury appartenenti all’alta borghesia possedevano una ditta farmaceutica e i  loro contatti con l’oriente erano assidui. Per questo avevano ricreato, qui nella loro dimora, le più intime atmosfere “zen” presente nei piccoli laghi così come nelle oasi segrete immerse nel parco. L’architetto paesaggista  Paolo Pejrone ha saputo ricreare grazie ad una scrupolosa ricerca  le antiche atmosfere in un intervento conservativo dell’intera area verde. 

Il Giardino inserito nel network dei Grandi Giardini Italiani ospita la più importante collezione italiana di Glicini (34 varietà) e oltre 500 varietà di Agapanthus. L’attenzione è stata data al periodo di fioritura per far si che ogni periodo dell’anno risultasse “coperto” da una di esse.

Fra Cinema e Letteratura

Nel 1925 Alfred Hitchcock girò alcune scene del suo primo film “The pleasure garden” sulla spiaggia di Alassio e nel parco della Villa e, nel 1957, il premio Oscar Guy Green ambientò in Villa della Pergola il film “The Snorkel” con Betta St. John, Peter Van Eyck e Mandy Miller. Il Villino fu utilizzato come dépendance della sua vicina villa, negli anni sessanta e settanta, dallo scrittore e pittore Carlo Levi che immortalò il paesaggio di Alassio in innumerevoli tele.

Oggi la dimora è un elegante Luxury hotel di 15 camere immerso in un parco /giardino di 22.000 metri quadri di proprietà dei coniugi Ricci che hanno salvato la prestigiosa destinazione dal degrado e dall’abbandono, riportandola agli splendori a cui la storia l’aveva predestinata.

Villa della Pergola rientra oggi a pieno titolo nel novero di quelle dimore storiche edificate in Liguria dalla colta e facoltosa colonia di inglesi, facendo parte anche della ristretta cerchia delle dimore perfettamente conservate nella loro struttura originaria come Villa Hanbury alla Mortola, Villa Ormond e Villa Nobel a San Remo, Villa Altachiara e il Castello Brown a Portofino e Villa Marigola a Lerici.